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RENATE - LUCCHESE 1-0

Si chiude, com’era nella logica, il campionato della Lucchese.

Sperare che i rossoneri facessero quello di cui non sono mai stati capaci, ovvero vincere due gare consecutive, sarebbe stato eccessivamente ottimistico.

La gara di oggi racchiude una buona parte dello scellerato campionato di Benassi & C. Tutto il primo tempo in sofferenza, tre-quattro palle gol degli avversari, nemmeno un’azione degna di nota da parte rossonera e mosse dalla panchina fatte con deprecabile ritardo; Maestrelli ha sofferto come un matto Guglielmotti che l’ha saltato sistematicamente almeno quattro-cinque volte. Poteva essere sostituito prima che, dai e dai, venisse il gol dalla sua parte? Doveva giocare per contratto? Una di quelle domande alle quali non avremo mai una risposta. Un condensato di tutta la stagione.

Inutile parlare della gara.

La Lucchese non è retrocessa oggi; i rossoneri sono retrocessi toppando clamorosamente le gare con Novara, Giana Erminio, Pro Sesto e Livorno, oltre ad almeno altre tre-quattro gare. Mancano, infatti, quei sei-sette punti che, pur con tutta la mediocrità di questa squadra, in un campionato super mediocre, i rossoneri avrebbero potuto fare.

La falsa partenza di Monaco, l’inguardabile fallimento della gestione Lopez, la qualità di una rosa estremamente inadatta, anche fisicamente, alla categoria, il Covid e gli infortuni (soprattutto quelli di Coletta e Papini), le cause principali. Ovviamente ogni tifoso ha le sue percentuali, ma la sostanza non cambia.

La Lucchese è retrocessa miseramente da penultima in classifica, soltanto perché il Livorno (senza una società stabile) ha avuto cinque punti di penalizzazione, altrimenti i rossoneri sarebbero stati ultimi e, praticamente, lo sono sempre stati.

L’aggravante che fa capire meglio quanto le ultime tre in classifica (Lucchese, Pistoiese e Livorno) siano state formazioni particolarmente deboli, lo dimostra il fatto che, soltanto nel girone A della serie C non ci saranno i play out, in quanto presente l’ormai famosa forbice dei nove punti. Un fallimento, come ha più volte detto il Presidente Bruno Russo.

Un quattro come voto di squadra finale, compresi gli allenatori. Si salvano in pochissimi; Bianchi “il fenomeno”, Coletta, Cruciani, Nannelli, Meucci e qualche giovane che sarebbe potuto crescere di più in un contesto di squadra diverso, come lo sfortunato Papini, Lo Curto, Solcia, Adamoli.

Ripartire da questi? Sarebbe giusto, ma tutto da verificare anche e soprattutto perché c’è una piccola speranza che passa attraverso la riammissione in categoria, una carta che la Società dovrà giocare con tutto l’impegno di questo mondo.

Cala dunque il sipario sulla peggior stagione che il sottoscritto ha visto, in quarantanove anni di Porta Elisa. Da domani è già tempo di pensare al futuro. Ritorno immediato in Serie C, attraverso la riammissione o facendo, in subordine, una corazzata che a gennaio abbia già vinto il torneo di Serie D e lo snodo dello Stadio; finita la stagione sportiva tutta l’attenzione verrà spostata verso il Progetto Porta Elisa, unica vera chances per vedere la Pantera tornare a ruggire e non “ruttare” o miagolare, come tutta la stagione appena conclusa.

Giulio Castagnoli

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