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CARRARESE - LUCCHESE 3-1

Finisce nel peggiore dei modi.

Una Carrarese normale, in un girone di scarsi (dove la Lucchese ha, ahimè, primeggiato) si sbarazza facilmente della solita impalpabile Lucchese e manda i rossoneri all’inferno.

Nessuna scossa-Di Natale, per carità; la sua squadra ha avuto la fortuna di incontrare la Lucchese, tutto qua.

Sperare che la cura Di Stefano sortisse effetti miracolosi, significava essere ottimisti oltre modo, ma tutti quanti speravamo in un effetto diverso. Magari in una scossa mentale, con un modulo diverso, con interpreti diversi ma, soprattutto, con un atteggiamento diverso; invece cambia soltanto il modulo perché, tranne Cruciani, tocca ai soliti che sono sprofondati in classifica, "animati" dalla solita apatìa, in un campionato di una scarsità veramente deprimente.

Pensare che la Carrarese è stata costruita per vincere e vederla creare palle gol soltanto su palla da fermo (fino al raddoppio al 79’), contro la Lucchese, è emblematico.

I rossoneri sono scesi in campo con il solito atteggiamento timido; addirittura Di Stefano schiera ben cinque difensori di ruolo e il colmo dei colmi è che la Carrarese crea palle gol soltanto su calci piazzati, per il semplice motivo che i difensori rossoneri (inguardabili) sono schierati a presepe, ben piantati a terra e nessuno si degna di saltare di testa. Roba da amatori!

Al quarto tentativo, ripeto soltanto su calci piazzati, la Carrarese passa con Manzari che arriva da dietro su calcio d’angolo, con i rossoneri che lo guardano segnare ed esultare.

L’elettroencefalogramma dei rossoneri è piatto, la reazione è inesistente.

La Lucchese non crea assolutamente niente e basta una Carrarese altrettanto inguardabile (ma più tonica) per spostare l’inerzia a proprio favore, con il minimo sforzo. I primi trentaquattro minuti della ripresa, sono un goffo tentativo dei rossoneri di avvicinarsi alla porta avversaria senza, ovviamente, calciare mai in porta.

Al 34’ ci pensa Piscopo a sigillare la vittoria dei marmiferi, dopo che Della Bernardina si fa scavalcare dal cambio di campo e lo guarda mentre calcia in rete. Passano pochi minuti e sempre Piscopo è più sveglio di Della Bernardina, sia sulla giocata di Marilungo, sia sulla palla ribattuta dal palo dopo la conclusione dello stesso Piscopo.

Cala il sipario su una delle peggiori gare della stagione e, parallelamente, su una delle peggiori stagioni nella storia della Pantera, oggi poco più che un gatto bagnato; il bel gol di Panati serve soltanto per il tabellino e per una soddisfazione personale del giovane rossonero.

Un quattro e mezzo come voto di squadra, con sufficienze soltanto per Pozzer, Cruciani e Panati.

La matematica non condanna ancora Benassi & C. ma personalmente la rincorsa era finita al 92’ di Giana Erminio – Lucchese; perdere in quel modo, quella gara, dice molto di più di eventuali calcoli, combinazioni, forbici, ecc.

La Lucchese, nel suo complesso, non è stata all’altezza della categoria in un campionato veramente mediocre, dove sono saltate oltre il 50% delle panchine (classico gesto della disperazione quando non puoi cambiare dieci-quindici giocatori). Errori di costruzione ed errori sulla scelta degli allenatori, hanno portato questa squadra sul fondo; la Lucchese è una squadra mediocre, come sono mediocri altre sei-sette squadre con le quali potevi lottare ad armi pari.

E’ tempo di resettare e pensare seriamente al futuro.

Tentare la carta del ripescaggio è un obbligo morale nei confronti di una tifoseria che, non bastassero i tre fallimenti in undici anni, si ritrova retrocessa dalla serie C dopo ben quarantadue anni.

Se il ripescaggio non fosse possibile (il Bisceglie è stato ripescato un paio di volte consecutive) l’obbligo morale diventa quello di costruire una super squadra per la serie D, in grado di “ammazzare” il campionato senza se e senza ma. Non può interessarci più di tanto se il prossimo anno ci saranno, insieme ai rossoneri, altre nobili decadute come Livorno, Siena, Pistoiese, Prato, Arezzo, ecc.

Che vada avanti il progetto stadio e, con esso, una super corazzata per ridare un minimo di sorriso alla tifoseria più sfigata d’Europa.

Giulio Castagnoli

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