LUCCHESE - FIORENZUOLA 0-1

Una Lucchese bruttina e confusionaria cede l’intera posta ad un Fiorenzuola arrivato in toscana dopo quattro sconfitte consecutive.

Gli emiliani si sono dimostrati superiori tecnicamente, fisicamente e per lunghi tratti hanno fatto la partita. 

I rossoneri avrebbero anche meritato il pari, in virtù di un paio di occasioni malamente fallite, ma i ragazzi di mister Tabbiani non hanno rubato niente.

Praticamente nulli in avanti (ma non è una novità) e con un centrocampo che crea veramente poco per i suoi attaccanti (non arrivano cross ne dagli esterni d’attacco, ne dagli esterni “bassi”) i rossoneri si leccano le ferite per aver sbagliato l’ennesima gara della “svolta”. 

Il gol degli ospiti vale da solo il prezzo del biglietto; lo scambio Stroncati (il migliore in campo)-Mastroianni-Currarino è da applausi e il tiro di quest’ultimo è la ciliegina sulla torta. Un euro gol da altre categorie.

I ragazzi di Maraia creano due-tre occasioni in tutta la gara, con Visconti, Ravasio e Romero ma niente di clamoroso.

Il mister prova anche a ribaltare l'attacco inserendo Romero, Bianchimano e Panico (apparso un po’ indietro rispetto ai compagni) ma con scarsi risultati.

La gara termina con la sconfitta che crea mugugni fra il pochissimo pubblico sugli spalti, ma la Lucchese, lo ripeto per l’ennesima volta, è questa. Punto. Sbagliava chi si esaltava per niente, sbaglia chi si deprime dopo una sconfitta.

La squadra continua ad essere in lotta per un posto nei play off; settimi? Ottavi? Noni? Poco importa.

Un cinque e mezzo come voto di squadra, con tante insufficienze; per Cucchietti, Tiritiello e Visconti, sufficienza piena.

Qualcuno ha parlato (e scritto) di notti, più o meno brave, di qualche elemento della rosa in un locale della prima periferia, con situazioni imbarazzanti. Questo sarebbe un fatto abbastanza grave, sul quale sarebbe bene indagare.

Si conclude una settimana tristissima per la prematura scomparsa di Enrico Scaletta. Di fronte a certe disgrazie si rischia di cadere nella retorica e nell’ipocrisia, ma non è questo il caso e in ogni angolo della città si parlava di Enrico come una persona buona, umile, quasi timida e chi lo conosceva, come il sottoscritto, non può che confermare.

Continuano le voci su un probabile passaggio societario; il nome di Andrea Bulgarella continua a rimbalzare in ogni dove e anche la stampa cittadina ne ha dato risalto.  Siamo vicini al traguardo? 

Giulio Castagnoli 

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