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PRO VERCELLI - LUCCHESE 2-1
Ancora una sconfitta, la seconda in una settimana in terra piemontese, per una Lucchese in difficoltà.I rossoneri, cambiando anche modulo, fanno un pochino meglio rispetto alla gara di mercoledì scorso, ma restano i difetti di sempre: difesa in perenne soggezione che prende gol con troppa facilità (dieci reti subite in quattro gare), centrocampo che non fa filtro e non crea, attacco che non punge per mancanza di rifornimenti.Desta preoccupazione anche l’approccio molliccio di tutti gli interpreti, non per mancanza di volontà, ma per una sorta di inconscia rassegnazione alla sconfitta (difetti di gioventù?); non è possibile perdere tutti i contrasti, non è possibile perdere tutti gli “uno contro uno”.Gli avversari incontrati, in casa e fuori, sembrano viaggiare non con una, ma con due marce in più. Se non si trovano urgentemente rimedi (tattici e, soprattutto, di approccio alla gara) la Lucchese rischia di fare da “sparring partner” a tutte le avversarie; la Pro Vercelli, nonostante il blasone, non ha sicuramente impressionato ma ha anch’essa approfittato della facilità nel fare gol a questa Lucchese.Dopo la dormita collettiva sul primo gol di Comi (18’) è eloquente la rete del raddoppio piemontese (62’): Rolando viene completamente dimenticato da solo al limite dell’area, riceve da un compagno, ha il tempo di stoppare, di girarsi, di puntare l’uomo e di concludere (prendendo la mira) all’incrocio dell’incolpevole Coletta!Si può parlare all’infinito di schemi, di uomini, di moduli, ma se non si mette almeno la stessa “garra” degli avversari, si busca di brutto. Queste sono le cose che fanno la differenza nel calcio.All’inizio mancano Cruciani, Convitto e Lo Curto (non sono nemmeno in panchina) mentre c’è il debutto di Filippo Fazzi (2000) di Andrea Adamoli (2001) e di Riccardo Moreo. Con l’assenza di “Crucio” i ragazzi di mister Monaco, abbassano notevolmente l’età media della squadra (24,09) ma la Pro Vercelli schiera una media di (23,36) quindi anche questa (squadra troppo giovane) è una teoria che non regge. Diciamo che i ragazzi di mister Modesto, sono sembrati più pronti, più cattivi, più aggressivi e, ripeto, hanno vinto il 95% di contrasti ed il 95% degli “uno contro uno”.La Lucchese, ad onor del vero e a differenza di quattro giorni fa, ha avuto un paio di occasioni (gol a parte) per fare male ai padroni di casa, ma le possibilità non sono nate da azioni manovrate, bensì quasi frutto del caso.L’eurogol nei minuti di recupero dell’altro debuttante, Samuele Signori classe 2001, rende meno amara la sconfitta; il missile da fuori area si spegne sotto la traversa, ma non c’è più tempo e i rossoneri tornano a casa con le ossa rotte.Difficile fare le pagelle ai singoli interpreti. Errori individuali a parte, secondo il mio modestissimo parere, risulta evidente l’approccio alle gare, questa sorta di rassegnazione inconscia. Ogni contrasto si è concluso con un giocatore di casa che usciva palla al piede e ogni volta che un avversario punta un giocatore rossonero, gli va via. Non è possibile!Quando parlo di crescita dei giovani, mi riferisco anche a queste cose che sono il pane del calcio moderno. Tante squadre (quasi tutte, per ovvi motivi di minutaggio) giocano con i giovani, Pro Vercelli compresa, ma hanno un altro atteggiamento.Dobbiamo allinearci velocemente, mettendo il coltello tra i denti, o saranno guai.Giulio Castagnoli
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